Negli ultimi mesi ho curiosato su Linkedin, Google e Facebook nell’area dello sviluppo personale e ho trovato un gran proliferare di indicazioni secche, accenni affrettati a nuovi metodi, consigli perentori (“ 5 passi per migliorare ..”, “i 7 errori da evitare nel …”). Ricette, dottrine, pillole regolarmente proposte come nuove, su cosa si deve fare o su cosa non si deve fare.
La cultura della crescita personale e l’ambito delle soft skills si sta circondando di un proliferare di tecnicismi e di “ultime novità” sedicenti rivoluzionarie, poco verificate sul piano pratico e poco fondate sul piano teorico.
Ultimamente ad esempio è moda utilizzare il prefisso “neuro” (neuro coaching, neuro.. ecc.). Ma cosa si vuol dire? Conoscere meglio come funziona il cervello e i suo stati non vuol dire padroneggiare sé stessi, le relazioni e la nostra vita personale e professionale.
Tutto questo chiasso rischia di creare confusione e inadeguatezza (tra tutti, qual è il modo “giusto”? .. o più .. “nuovo” per…?): non c’è quasi nulla di giusto in quello che già facciamo e che siamo e questo disorientamento può comportare dei pericoli proprio sulla capacità di conoscere sé stessi in relazione ai propri problemi e ai propri contesti organizzativi concreti.
Se i metodi di sviluppo personale vengono assolutizzati e semplificati, se smettono di indagare sulla persona e sull’organizzazione, il loro impatto diventa molto limitante, forse funzionano lì per lì, ma hanno una validità parziale e quindi possono diventare frustranti.
Dietro ogni azione personale e relazionale c’è una biografia (chi è la persona, come funziona) e una visione del mondo e delle relazioni.
Solo passando per queste dimensioni possiamo rifondare seriamente il campo della Padronanza di sé e del proprio agire nell’organizzazione.
In quest’ottica, l’approccio e le pratiche di Padronanza Personale devono:
- recuperare i fondamenti architettonici di base nel delicato campo dell’umano per comporre nuove sintesi, anche recuperando e riattualizzando le tradizioni antropologiche e sapienziali di cui disponiamo da millenni.
- tornare alla concreta consapevolezza di come funziono io come persona individuale, non solo di come funzionano astrattamente le persone in generale. Dietro ogni situazione personale e relazionale c’è una biografia e una visione del mondo che influenza il modo di essere, professionale e personale.
- portare l’attenzione per prima cosa al nostro sentire, alla presenza a se stessi nelle situazioni difficili o da modificare, accompagnando ai metodi e agli strumenti un’attenzione allo stato d’essere di momento in momento.
(CONTINUA)
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